Iperattività
Ci sono pareri contrastanti sulle cause e sul trattamento del comportamento iperattivo.
Tutti certamente concordano sul comportamento manifesto del bambino iperattivo. Questi può avere difficoltà a stare seduto, si agita, non sa stare fermo, a volte parla troppo, può avere degli atteggiamenti fastidiosi, fa baruffa con gli altri bambini, causando spesso molti conflitti e litigi, ha difficoltà a controllare i suoi impulsi, è istintivo, spesso ha scarsa coordinazione o controllo muscolare, è maldestro, fa cadere le cose, rompe gli oggetti, versa il latte. Fa fatica a concentrare l’attenzione su qualcosa e si distrae facilmente. A volte fa un sacco di domande, ma raramente aspetta la risposta.
Spesso il bambino iperattivo presenta gravi deficienze dell’apprendimento, a causa dell’indebolimento delle facoltà percettive – visive, uditive e a volte tattili. Le sue difficoltà motorie causano scarsa coordinazione occhio-mano e compromettono la capacità di scrivere in modo chiaro e fluente. È un bambino confuso e irritato dai molti stimoli del suo ambiente.
Ci sono altri effetti secondari che contribuiscono ad aggravare le sue difficoltà: gli adulti sono impazienti con lui, lo sgridano, a volte non lo sopportano. Ha pochi amici, viste le sue scarse abilità per le relazioni interpersonali. È un bambino umiliato dalle etichette che gli vengono imposte; gli altri bambini lo prendono in giro e lo insultano. Soffre per le sue difficoltà di apprendimento; la sua immagine di sé è molto scadente. Ma lotta con tutto se stesso per sopravvivere in un mondo che gli appare duro e ingiusto.
La classificazione del DSM-IV suddivide il disturbo, nosograficamente definito Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività (ADHD), in tre quadri clinici:
- tipo con disattenzione predominante, con prevalenza di sintomi di disattenzione
- tipo con iperattività/impulsività predominante, con prevalenza di sintomi di iperattività/impulsività
- tipo combinato, con prevalenza di entrambi i tipi di sintomi.
Per quanto riguarda il tipo con disattenzione predominante devono essere persistiti per almeno sei mesi sei dei seguenti sintomi:
- spesso non riesce a prestare attenzione ai particolare o commette errori di distrazione nei compiti scolastici, sul lavoro o in altre attività
- spesso ha difficoltà a mantenere l’attenzione sui compiti o sulle attività di gioco
- spesso non sembra ascoltare quando gli si parla direttamente
- spesso non segue le istruzioni e non porta a termine i compiti scolastici, le incombenze, o i doveri sul posto di lavoro (non a causa di comportamento oppositivo o di incapacità di capire le istruzioni)
- spesso a difficoltà ad organizzarsi nei compiti e nelle attività
- spesso evita, prova avversione, o è riluttante ad impegnarsi in compiti che richiedono sforzo mentale protratto (come compiti a scuola o a casa)
- spesso perde gli oggetti necessari per i compiti o le attività (per esempio giocattoli, compiti di scuola, matite, libri o strumenti)
- spesso è facilmente distratto da stimoli esterni
- spesso è sbadato nelle attività quotidiane
Per il tipo con iperattività/impulsività predominante devono essere persistiti per almeno sei mesi sei dei seguenti sintomi: iperattività:
- spesso muove con irrequietezze mani o piedi e si dimena sulla sedia
- spesso lascia il proprio posto a sedere in classe o in altre situazioni in cui ci si aspetta che resti seduto
- spesso scorrazza e salta dovunque in modo eccessivo in situazioni in cui ciò è fuori luogo (negli adolescenti o negli adulti ciò può limitarsi a sentimenti soggettivi di irrequietezza)
- spesso ha difficoltà a giocare o a dedicarsi a divertimenti in modo tranquillo
- è spesso “sotto pressione” o agisce come se fosse “motorizzato”
- spesso parla troppo impulsività:
- spesso “spara” le risposte prima che le domande siano state completate
- spesso ha difficoltà ad attendere il proprio turno
- spesso interrompe gli altri o è invadente nei loro confronti (per esempio si intromette nelle conversazioni o nei giochi)
Il DSM-IV indica inoltre altri specifici criteri che devono essere contemporaneamente presenti per una diagnosi positiva di ADHD: Alcuni dei sintomi di iperattività-impulsività o di disattenzione che causano compromissione erano presenti prima dei sette anni di età. Una certa menomazione a seguito dei sintomi è presente in due o più contesti (per esempio a scuola o al lavoro e a casa). Deve esservi una evidente compromissione clinicamente significativa del funzionamento sociale, scolastico o lavorativo (secondo la valutazione del clinico). Un criterio di esclusione adottato è di considerare che i sintomi non si manifestino esclusivamente durante il decorso di un altro disturbo mentale e non risultano meglio attribuibili ad un altro disturbo mentale.
Non si sa ancora bene la causa di questa sindrome: alcuni studiosi pensano che il deficit di attenzione sia dovuto ad un ritardo nello sviluppo del cervello, lo si è però dimostrato solo in un 3-5% dei casi. Altri ritengono che ci siano fattori ereditari, altri ancora ipotizzano comunque un danno minimo alle strutture cerebrali, verificatosi nel corso di un parto difficoltoso o per asfissia neonatale.
Il decorso della sindrome da deficit d’attenzione, secondo alcuni studiosi, è molto eterogeneo: si può avere la completa guarigione, soprattutto quando genitori e insegnanti collaborano sinergicamente in un’unica direzione, agendo sull’autostima del ragazzo; può essere necessario aiutare il bambino a livello scolastico con insegnanti di appoggio se il disturbo determina difficoltà di integrazione scolastica: in questi casi sono le insegnanti che, d’accordo coi genitori, chiedono la consulenza dei servizi di neuropsichiatria o delle equipe psico-sociali del territorio.
Può persistere l’irrequietezza e la smania di agire anche da adulti: nella nostra società c’è tolleranza verso simili persone, per certi versi addirittura il comportamento di un’energia senza fine viene apprezzato. Tuttavia nei casi di sindrome da deficit dell’attenzione più gravi, anche in età adulta è necessario che la persona venga seguita da centri qualificati con competenze psichiatriche e psicologiche
I medici a volte prescrivono facilmente farmaci per acquietare il bambino iperattivo. Raramente però questo permette ad un bambino di stare fermo e seduto quanto basta per imparare una lezione. Tuttavia, nonostante le tecniche per la modificazione del comportamento, che si interessano solo del comportamento sintomatico, il bambino così trattato non acquista alcuna forza interiore per potersi occupare del suo mondo. Usa le pillole come fossero stampelle, se non come strumento di manipolazione. “Dammi le pillole così starò buono”. É anche terribile pensare ai danni fisiologici che possono risultare da tali farmaci.
La nostra esperienza con bambini iperattivi è molto sviluppata. Nel tempo abbiamo osservato quanto sia utile, fra l’altro, lavorare sul corpo, sulle sensazioni tattili e cinestesiche. Quando un bambino iperattivo riceve veramente l’attenzione, quando viene ascoltato, aiutato ad entrare in contatto con se, soprattutto attraverso le proprie sensazioni e il contatto fisico con l’altro, in qualche modo sembra ridurre al minimo i sintomi. Questi bambini sembrano preferire materiali rilassanti, da usare con le mani, come la plastilina o il colore liquido, magari da usare con le dita. Ogni esperienza tattile lo aiuta a concentrarsi e a diventare più consapevole di se stesso, del proprio corpo e delle proprie emozioni.
Crediamo che qualunque esperienza tattile e cinestesica favorisca una nuova e più forte consapevolezza di sé e del proprio corpo, e con una maggiore consapevolezza di sé viene una nuova consapevolezza di emozioni, pensieri e idee. Il contatto fisico e il movimento muscolare aiuta ad aumentare il senso di sé e ad avere anche un effetto calmante, così spesso massaggiamo parti del corpo, come gambe, braccia, spalle o torace, o anche risulta utile un lungo e forte abbraccio, e questo sembra calmarli a lungo. Altre volte proponiamo giochi in cui il contatto corporeo è molto presente, durante i quali i bambini iperattivi sembrano chiedere continue carezze fisiche.