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Aggressività

Il comportamento aggressivo nei bambini e negli adolescenti: una richiesta d’aiuto?

Dr. Med. Nadia Osman, specialista di psichiatria dell’età evolutiva e giovanile

Forme e manifestazioni dell’aggressività:

Il comportamento aggressivo nei bambini e negli e negli adolescenti assume numerosi volti. Anche i motivi, così come i modi nei quali si manifesta, possono essere i più diversi. Abitualmente si distingue tra aggressività verbale, espressa in forma di turpiloquio e insulti, e aggressività fisica, che si manifesta nel picchiare, prendere a calci, mordere fino all’infliggere lesioni di grave entità. Il comportamento aggressivo può essere rivolto verso gli altri ma anche verso se stessi, può scatenarsi nei confronti di oggetti, di persone, ma anche di animali. Un aspetto è comune a tutte queste manifestazioni: l’impotenza, il non saper trovare una strategia di azione diversa. Il comportamento aggressivo coincide con una richiesta di aiuto gridata a pieni polmoni. Essa proviene dai bambini ma anche dai genitori, dagli educatori negli asili, dagli insegnanti nelle scuole: da una società nella quale l’aggressività da parte dei bambini e degli adolescenti ha registrato una crescita esponenziale.

Quale aggressività:

È molto importante distinguere tra le varie forme di aggressività, perché sono le sue caratteristiche specifiche che ne determinano l’evoluzione, la prognosi e il modo in cui viene affrontata. Il comportamento aggressivo, in realtà, non è altro che un sintomo. È possibile stabilire un parallelo con la rappresentazione teatrale: mentre il disturbo di comportamento  viene manifestato all’esterno, come se ci si trovasse un palcoscenico, i suoi motivi rimangono celati dietro le quinte. Frequentemente entrano in gioco frustrazione, sofferenza, disorientamento, paura, insicurezza, oppositività, una mancata elaborazione di sentimenti, ricerca di attenzione, suscettibilità e vulnerabilità, reazione all’ingiustizia.

C’è il bambino facilmente irritabile, il quale reagisce con attacchi di rabbia all’eccesso di stimoli e all’irrequietudine intorno a sé. Un secondo diventa aggressivo quando vive una situazione di frustrazione a scuola. Il bambino che si sente trattato in modo ingiusto cerca di ristabilire il proprio diritto in modo violento, in quanto ha la sensazione di non venire ascoltato in nessun modo. C’è poi il bambino che agisce senza riflettere e al quale risulta difficile controllare i propri impulsi, anche se poi spesse se ne dispiace. E, ancora, quello che ha imparato che solo il comportamento negativo richiama l’attenzione dei suoi genitori. In un bambino ansioso l’insicurezza  muta in aggressività quando non si sente all’altezza delle richieste. Quando i genitori non pongono al figlio nessun limite, il bambino deborda perché non trova punti di riferimento saldi.

Le cause del comportamento aggressivo:

Fattori genetici (ereditarietà e indole)

Gli studi sui gemelli indicano che il comportamento aggressivo può essere ereditario. Questo significa che alcuni individui posseggono una predisposizione genetica all’aggressività.  Ciò, tuttavia, non è sufficiente a che essa si manifesti. I problemi comportamentali risultano dalla somma della predisposizione ereditaria e di altri fattori.

Fattori biologici (ormonali e neurobiologici)

Im Gehirn gibt es bestimmte Botenstoffe, die einen Einfluss auf die Impulskontrolle und das aggressive Verhalten haben. Ein Mangel dieser Botenstoffe kann zur Zunahme von Aggressivität führen. Auch das männliche Geschlechtshormon Testosteron kann hierbei eine Rolle spielen.

Fattori psichici (depressione, ADHD, ansia e altri disturbi psichici)

Ci sono specifiche disfunzioni psichiatriche in grado di indurre ad un comportamento aggressivo. Anche i bambini e i ragazzi che tendono alla depressione possono esprimere la propria sofferenza in forma aggressiva. I bambini irrequieti e iperattivi (ADHD) hanno difficoltà a controllare i propri impulsi e inclinano a dare risposte aggressive. I bambini ansiosi, quando si sentono minacciati, sviluppano a volte reazioni aggressive, proprio come gli autistici, o i portatori di handicap.

Fattori ambientali (educativi e relazionali)

L’ambiente esercita un’enorme influenza sul comportamento aggressivo, in quanto i bambini molto spesso lo assorbono dall’ambiente che li circonda. Se i genitori alzano la voce o le mani, se cercano di imporre qualcosa con violenza, i bambini ne deducono che la violenza consente loro di forzare efficacemente le situazioni. In questo modo essi riflettono l’immagine dei genitori, come uno specchio, rispondono seguendo il nostro stesso esempio. È per questo motivo che educare senza violenza è tanto importante. L’imposizione violenta ci permette di ottenere quello che vogliamo, ma non di conseguire cambiamenti positivi di lunga durata. Il legame d’affetto tra genitori e bambini costituisce la base sostanziale del comportamento sociale. I bambini che non hanno riferimenti affettivi e relazionali inclinano molto spesso ad una condotta aggressiva e, più avanti, criminale. Nella nostra società sono i maschi ad essere più esposti. Il motivo risiede da un lato nell’incertezza e nel ritardo con cui frequentemente essi sviluppano le proprie competenze linguistiche e sociali, dall’altro nell’immagine della mascolinità propria di alcune culture. Qui i giovani si ritrovano sottoposti dal gruppo a forti pressioni e vengono indotti a dare dimostrazioni di forza in modo violento. Inoltre, i maschi vengono spesso educati a non esternare i propri sentimenti, con la conseguenza che essi faticano ad entrare in relazione con il proprio mondo interiore e le proprie paure.

Risorse e capacità dei bambini

Un bambino capace e che viene seguito, che sia dotato di una giusta autostima, oltre che di legami affettivi e sociali non ha necessità di agire in modo aggressivo. L’aggressività è un segnale di privazione e di debolezza. Non possiamo stupirci se un bambino con ritardi nello sviluppo linguistico inclini all’aggressività, in quanto egli non è in grado di esprimere a parole la sua rabbia. La capacità di dare forma verbale ai sentimenti sta alla base del comportamento socialmente adeguato. Un bambino che soffra di legastenia, discalculia o di un altro disturbo di apprendimento, che si senta inadeguato a scuola e nella società o che sia vittima di mobbing da parte di altri bambini non può sviluppare autostima e una sana consapevolezza di sé.

Fattori di influenza:

I videogiochi e i film violenti esercitano senza dubbio un’influenza sul comportamento aggressivo: particolarmente nocivi sono i videogiochi interattivi dai contenuti violenti che prevedono una partecipazione attiva e, di conseguenza, un apprendimento pericoloso. La durata del consumo quotidiano di ciascuno di questi mezzi di comunicazione influenza la concentrazione, l’aggressività e il sonno di bambini e adolescenti

I bambini che hanno subito violenze durante l’infanzia o che hanno vissuto esperienze di violenza durante la formazione identificano l’aggressione con una strategia di soluzione anche se sono stati colpiti in prima persona da violenze.

L’influenza degli amici è particolarmente evidente durante l’adolescenza, periodo in cui l’appartenenza a un gruppo è molto importante. Soprattutto i giovani con legami poco stabili, quelli il cui equilibrio domestico è inadeguato e quelli soggetti a insuccessi scolastici rischiano di circondarsi di “falsi amici”.

I giovani che vivono in quartieri disagiati e pericolosi, che sono vittime di discriminazione razziale, che sperimentano l’ingiustizia sociale e la povertà, che non hanno opportunità di istruzione e  provano odio per la società cercano spesso identità artificiali associate con la criminalità e l’aggressività. Esistono gruppi di giovani conosciuti per i loro atti di violenza e criminalità. Il loro motto è: “Piuttosto che essere una nullità, preferisco essere un cattivo…“

Rapporti con bambini e adolescenti aggressivi:

Il rapporto con l’aggressività è un tema centrale nell’educazione dei figli. Il ruolo dei genitori è quello di fornire modelli particolarmente positivi. I bambini imparano a risolvere i conflitti soprattutto ispirandosi ai genitori: urla e punizioni sono esempi negativi, mentre la risoluzione dei conflitti tramite discussioni e compromessi consente ai figli di ispirarsi a soluzioni alternative. È importante essere chiari e coerenti. Né gli approcci educativi troppo permissivi né quelli troppo autoritari sono consigliabili. I bambini vanno stimolati per tempo ad avere un atteggiamento prosociale: disponibilità nei confronti di giovani e anziani, attività sociali in gruppi e club sportivi, eventi sociali e relazioni positive all’interno della famiglia rappresentano misure educative importanti per agire preventivamente contro l’aggressione.

Consigli e strategie per i genitori:

In primo luogo, i genitori dovrebbero cercare le ragioni del comportamento aggressivo dei loro figli non occupando una posizione di primo piano, ma osservando da dietro le quinte, per capire. Questa premessa è indispensabile per un cambiamento a lungo termine.

I capricci dei bambini vanno ignorati per insegnare loro che non si ricevono più attenzioni o indulgenza attraverso un comportamento negativo. È consigliabile lodare i bambini per i loro comportamenti sociali, riservando loro maggiori attenzioni in questi casi. Purtroppo spesso i genitori non riservano abbastanza attenzioni ai comportamenti positivi, ritenendoli ovvi, e prestano attenzione solo quando il bambino si comporta male.

A volte il bambino ha bisogno di distanza e di trovare una via d’uscita a una situazione. In questo senso è opportuno dare al bambino l’opportunità di andare in camera sua per concedersi una sorta di pausa. In ogni caso è importante affrontare la situazione in un secondo momento.

Evitare di discutere durante un attacco di aggressività. È meglio rimandare le riflessioni a un secondo momento, quando gli animi si sono calmati.

L’esempio dei genitori è l’elemento più importante nel campo dell’educazione. I genitori dovrebbero mantenere la calma perché in famiglia andrebbe evitata qualsiasi forma di violenza.

È possibile usare cartellini gialli o di avvertimento in maniera ludica. Sono un sistema efficace per ricordare al bambino di bloccare da subito la sua aggressività. Ciò gli consente di regolare meglio le sue emozioni.

Piani di rinforzo che prevedano obiettivi quali “rimango tranquillo, non do botte, vado nella mia stanza quando mi arrabbio” possono rivelarsi un grande aiuto se combinati con sistemi di ricompensa in ambito domestico.

Attraverso la pratica ludica, come per esempio accettando la sconfitta al gioco, è possibile migliorare la tolleranza alle frustrazioni dei bambini.

Metodi semplici per ridurre la rabbia, come una palla di plastilina, cuscini da pugilato, sport ed esercizio fisico possono portare a buoni risultati nella vita quotidiana. Anche in questo caso la scelta dello sport è importante. Judo, karate e gruppi di autodifesa possono aiutare i bambini a raggiungere migliori consapevolezza e controllo del corpo, nonché fiducia in se stessi.

Il rafforzamento delle abilità sociali tramite i rapporti di amicizia, le associazioni e i club giovanili con attività costruttive sono molto importanti per rafforzare le competenze sociali del bambino.

Evitare le situazioni di sovraccarico cercando di limitare la mole di studio e offrendo un ambiente sereno e rilassante ai bambini sovraeccitati. A volte, il consumo continuo di TV (anche da parte dei genitori) e un ambiente domestico troppo caotico possono essere causa di atteggiamenti aggressivi. I bambini hanno bisogno di momenti di riposo in luoghi tranquilli.

Concentrarsi su alcuni rituali quotidiani, come la discussione di situazioni di conflitto alla sera per aiutare il bambino a esprimere le sue emozioni.

Possibilità di sostegno e di terapia:

In alcuni casi, quando i genitori si sentono sopraffatti, possono essere prese in considerazione misure terapeutiche. Le terapie familiari e il sostegno ai genitori attraverso operatori famigliari o individuali attivi in loco sono utili e importanti. Allo stesso modo può essere molto efficace anche il lavoro psicoterapeutico con il bambino stesso (terapia comportamentale).

La terapia comportamentale si prefigge di cambiare il comportamento del bambino con sistemi di ricompensa, analizzando conflitti specifici con il bambino e sviluppando strategie alternative, in modo che il bambino impari a ridurre la sua rabbia in modo adeguato, a verbalizzare il suo dolore, a capire meglio i suoi sentimenti e a trovare soluzioni costruttive anziché comportarsi in maniera aggressiva.

In altri casi, specialmente quando entrano in gioco fattori biologici o un problema acuto i farmaci possono essere una soluzione ragionevole. Gli ansiolitici e gli stabilizzatori dell’umore sono preferibili ai calmanti, in quanto affrontano il problema alla  radice in modo da bilanciare i fattori biologici.

Conclusioni:

I comportamenti aggressivi nell’infanzia e nell’adolescenza devono essere esaminati attentamente cercando i motivi a essi soggiacenti, per curare ma anche per  prevenire. Quanto più  tempestivo sarà l’avvio del processo di prevenzione e trattamento dei comportamenti aggressivi, tanto migliore sarà la prognosi. I genitori svolgono un ruolo chiave in questo importante aspetto dell’educazione. Per quanto riguarda il trattamento, molte istituzioni devono collaborare attuando su livelli diversi (psicoterapia, socio-pedagogia, farmacoterapia, sostegno ai giovani, circoli sportivi e associazioni giovanili). Solo allora il grido di un’intera società potrà trasformarsi definitivamente nella risata di bambini e adolescenti che si sentono amati e apprezzati.